
I rappresentanti di 175 Paesi si sono riuniti nella città delle luci per un evento cruciale per il futuro della salute del pianeta: il secondo round di negoziati per la stesura di un trattato internazionale giuridicamente vincolante contro l’inquinamento da plastica. Il tavolo delle trattative, ospitato nella Capitale francese, sarà allestito fino al 2 giugno, con l’obiettivo di completare i negoziati entro la fine del 2024.
Sotto la supervisione del programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP), il Comitato intergovernativo di negoziato INC-2 lavorerà per definire gli obiettivi, il campo di applicazione e le misure di prevenzione del trattato. Un punto di partenza critico considerando l’attuale scenario di inquinamento da plastica, che rappresenta un grave pericolo per la biodiversità marina, l’ecosistema terrestre e la salute dell’uomo.
L’accelerazione dei livelli di inquinamento da plastica è uno dei problemi ambientali più urgenti a livello globale (ne abbiamo parlato qui). Attualmente, l’inquinamento da plastica sta raggiungendo cifre allarmanti. In assenza di interventi significativi, si prevede che la quantità di rifiuti di plastica che entrano negli ecosistemi acquatici potrebbe quasi triplicare, passando da 9-14 milioni di tonnellate all’anno nel 2016 a 23-37 milioni di tonnellate all’anno entro il 2040.
Gli effetti devastanti dell’inquinamento da plastica sui mari e sugli oceani del mondo sono ben noti. Il mare, e in particolare il mare aperto, è uno degli ecosistemi più sensibili all’inquinamento da plastica. La plastica minaccia la vita marina, dalla più piccola creatura del plancton ai grandi mammiferi marini. Allo stesso tempo, l’accumulo di plastica nell’ambiente marino può alterare gli ecosistemi costieri e oceani, con potenziali effetti sul clima globale.
Ma non solo la fauna e la flora marina ne risentono: l’inquinamento da plastica rappresenta un pericolo reale anche per la salute umana. Le microplastiche possono entrare nella catena alimentare, accumularsi nei tessuti degli organismi e causare una serie di problemi di salute, tra cui malattie cardiovascolari, tumori e disturbi ormonali.
Sebbene le posizioni dei diversi governi non siano allineate, l’Unione Europea si propone con obiettivi ambiziosi. Francia e altri Paesi dell’UE invocano un taglio obbligatorio della produzione di plastica entro il 2040. Gli Stati Uniti, tuttavia, stanno spingendo per concentrarsi soprattutto sulla pulizia dei rifiuti di plastica.
In preparazione alla riunione, l’UNEP ha presentato un rapporto intitolato “Turning off the Tap: How the world can end plastic pollution and create a circular economy“. Il rapporto sottolinea l’urgenza di adottare un approccio circolare per ridurre drasticamente l’inquinamento da plastica. Propone di accelerare su tre elementi chiave: riutilizzo, riciclo, riorientamento e diversificazione, e nello stesso tempo di sviluppare azioni per affrontare l’eredità dell’inquinamento da plastica.
L’adozione di un’economia circolare comporterebbe un risparmio di 1,27 trilioni di dollari, considerando i costi e i ricavi del riciclo. Inoltre, potrebbe comportare un aumento netto di 700.000 posti di lavoro entro il 2040, principalmente nei paesi a basso reddito, migliorando significativamente i mezzi di sussistenza di milioni di lavoratori.
Ma il tempo è essenziale. Un ritardo di cinque anni potrebbe portare a un aumento di 80 milioni di tonnellate di inquinamento da plastica entro il 2040. È ora che i Paesi uniscano le forze per combattere l’inquinamento da plastica e salvaguardare il nostro pianeta per le future generazioni.