Per la Commissione Europea, l’economia circolare è una strategia chiave per promuovere un modello di crescita sostenibile e ridurre l’impatto ambientale dell’economia europea. Una strategia che va oltre la semplice gestione dei rifiuti, ma che riguarda l’intero ciclo di vita dei prodotti: dalla progettazione e produzione, al consumo, alla gestione dei rifiuti e al riciclo dei materiali nel sistema economico.

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La Commissione Europea ha pubblicato il suo primo Piano d’Azione per l’Economia Circolare nel 2015, che comprendeva una serie di iniziative in tutta la catena del valore dei prodotti. Successivamente, nel 2020, ha pubblicato un nuovo Piano d’Azione per l’Economia Circolare, come parte del Green Deal Europeo, per accelerare la transizione verso un’economia sostenibile.
Il Piano d’Azione per l’Economia Circolare del 2020 si concentra su aree come:

  1. Prodotti sostenibili: La Commissione vuole garantire che i prodotti venduti nell’UE siano progettati per durare più a lungo, siano più facili da riutilizzare, riparare e riciclare e incorporino il maggior numero possibile di materiali riciclati.
  2. Consumo: La Commissione intende dare ai consumatori un ruolo più attivo nella transizione circolare, fornendo informazioni migliori sui prodotti, tra cui sulla loro durata e riparabilità.
  3. Gestione dei rifiuti e riciclo dei materiali: La Commissione mira a ridurre il volume di rifiuti generati e ad aumentare la quantità di rifiuti che viene riciclata e riutilizzata.
  4. Produzione e innovazione: L’UE si propone di sostenere l’innovazione e l’investimento in tecnologie, processi e servizi circolari.

Il piano si concentra anche su settori specifici che utilizzano molte risorse e dove il potenziale di circolarità è alto, come l’elettronica e le ICT, le batterie e i veicoli, l’imballaggio, i plastici, i prodotti tessili, la costruzione e il settore alimentare.

In generale, l’obiettivo dell’UE è diventare un’economia circolare leader a livello mondiale, dove il valore dei prodotti, dei materiali e delle risorse viene mantenuto nell’economia il più a lungo possibile e la generazione di rifiuti viene minimizzata.

Alcune direttive della Comunità Europea a sostegno dell’Economia Circolare

La Commissione Europea ha presentato una serie di piani e proposte per avanzare verso un’economia più circolare e gestire in modo più sostenibile i rifiuti. Queste includono una serie di direttive che stabiliscono norme e obiettivi specifici.

  1. Direttiva 2008/98/CE sui rifiuti: Questa direttiva stabilisce il quadro legislativo per la gestione dei rifiuti nell’UE. Introduce il concetto di “gerarchia dei rifiuti”, che dà la priorità alla prevenzione dei rifiuti, seguita dal riutilizzo, riciclo, recupero di energia, e infine smaltimento come ultima risorsa.
  2. Direttiva 2006/66/CE sulle pile e accumulatori: Questa direttiva mira a ridurre l’impatto ambientale delle pile e degli accumulatori, sia durante la loro vita utile che alla fine della loro vita, attraverso la raccolta e il riciclo.
  3. Direttiva 2012/19/UE sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE): Questa direttiva stabilisce misure specifiche per la raccolta, il trattamento e il riciclo dei rifiuti elettronici. Questi rifiuti sono una delle correnti di rifiuti a più rapida crescita nell’UE e contengono anche materiali preziosi che possono essere recuperati.
  4. Direttiva 2001/81/CE per le emissioni di inquinanti atmosferici: Anche se non riguarda direttamente la gestione dei rifiuti, questa direttiva stabilisce limiti nazionali di emissione per determinati inquinanti atmosferici, che possono essere rilevanti per le attività di gestione dei rifiuti, come l’incenerimento.

Il Piano d’Azione per l’Economia Circolare del 2015 ha portato a una revisione di alcune di queste direttive nel 2018, con l’introduzione di nuovi obiettivi di riciclo. Ad esempio, gli Stati membri dell’UE devono raggiungere un tasso di riciclo del 65% per i rifiuti urbani e del 70% per i rifiuti di imballaggio entro il 2030.

le iniziative della Commissione Europea per raggiungere gli obiettivi proposti dall’agenda 2030

L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un piano d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità. È stato adottato da tutti i Paesi membri delle Nazioni Unite nel settembre 2015, con l’obiettivo di guidare i cambiamenti necessari per promuovere uno sviluppo sostenibile a livello globale entro il 2030.

L’Agenda 2030 è la continuazione degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDGs), che furono lanciati nel 2000 e che scadevano nel 2015. Mentre gli MDGs si concentravano principalmente sulla riduzione della povertà e sull’istruzione in paesi in via di sviluppo, l’Agenda 2030 ha un approccio molto più ampio e universale, affrontando questioni che riguardano tutti i paesi, ricchi e poveri.

Al centro dell’Agenda 2030 ci sono i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), che sono un appello universale all’azione per porre fine alla povertà, proteggere il pianeta e garantire che tutte le persone godano di pace e prosperità entro il 2030. Ecco un breve elenco degli obiettivi:

1. Nessuna povertà
2. Fame zero
3. Salute e benessere
4. Istruzione di qualità
5. Parità di genere
6. Acqua pulita e servizi igienico-sanitari
7. Energia pulita e accessibile
8. Lavoro dignitoso e crescita economica
9. Industria, innovazione e infrastrutture
10. Riduzione delle disuguaglianze
11. Città e comunità sostenibili
12. Consumo e produzione responsabili
13. Azione per il clima
14. Vita sottomarina
15. Vita sulla terra
16. Pace, giustizia e istituzioni solide
17. Partnership per gli obiettivi

Questi obiettivi interdipendenti mirano a bilanciare le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile: l’economia, la società e l’ambiente. Ognuno di essi ha sotto-obiettivi specifici da raggiungere entro il 2030. Tutti i Paesi membri delle Nazioni Unite sono chiamati a contribuire al raggiungimento di questi obiettivi, attraverso strategie nazionali che tengano conto del contesto specifico di ciascun Paese.

La Commissione ha presentato proposte per promuovere la prevenzione dei rifiuti, per esempio attraverso l’incoraggiamento di modelli di produzione e consumo sostenibili, come l’eco-design, e attraverso la promozione di comportamenti di consumo sostenibili. Queste proposte sono state integrate nel nuovo Piano d’Azione per l’Economia Circolare del 2020, che fa parte del Green Deal Europeo.

L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, adottata dalle Nazioni Unite nel 2015, ha stabilito 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) per affrontare le sfide globali più urgenti, come la povertà, la disuguaglianza, il cambiamento climatico, la pace e la giustizia. L’Unione Europea si è impegnata a raggiungere questi obiettivi, sia a livello interno che globale, e ha intrapreso diverse iniziative in questo senso.

  1. European Green Deal: Questo accordo, annunciato nel 2019, mira a rendere l’Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050. Include misure per affrontare il cambiamento climatico e proteggere l’ambiente, come l’aumento dell’efficienza energetica, la promozione delle energie rinnovabili, la riduzione dell’inquinamento e la promozione dell’economia circolare.
  2. Strategia per lo sviluppo sostenibile dell’UE: Questa strategia, adottata nel 2001 e successivamente rivista, stabilisce l’approccio dell’UE per raggiungere lo sviluppo sostenibile. Include obiettivi e azioni specifiche per integrare le considerazioni economiche, sociali e ambientali nelle politiche e nelle decisioni dell’UE.
  3. European Pillar of Social Rights: Questo strumento, proclamato nel 2017, mira a promuovere la giustizia sociale e l’uguaglianza nell’UE. Include principi e diritti che riguardano l’occupazione, la protezione sociale, l’istruzione e l’inclusione sociale.
  4. Fondo Europeo per lo Sviluppo Sostenibile (EFSD): Questo fondo mira a mobilitare investimenti privati nei paesi in via di sviluppo per contribuire al raggiungimento degli SDGs. Fa parte del più ampio piano di investimenti esterni dell’UE.
  5. Politica di coesione dell’UE: Questa politica mira a ridurre le disuguaglianze tra le diverse regioni dell’UE e a promuovere lo sviluppo sostenibile. Include fondi e programmi specifici per supportare le regioni meno sviluppate, promuovere l’innovazione e l’istruzione, creare posti di lavoro e migliorare l’ambiente.

Queste sono solo alcune delle iniziative intraprese dalla Commissione Europea. L’UE sta continuando a lavorare per integrare gli SDGs in tutte le sue politiche e decisioni e per promuovere lo sviluppo sostenibile a livello globale.