La Blue Economy è una vera Rivoluzione Sostenibile che Trasforma gli Scarti in Opportunità
Un rivoluzione, anche culturale, che rivede completamente l’approccio all’economia e alla sostenibilità. Non si tratta di tecnologie all’avanguardia o di soluzioni futuristiche, ma di un ritorno alla natura e ai suoi processi. E questo nuovo modello che definiamo La Blue Economy.

Ma cosa significa esattamente “Blue Economy”? Il termine può essere fuorviante.

Mentre spesso viene usato per descrivere le attività economiche legate al mare o all’acqua, ma in realtà nel contesto di un modello economico sostenibile ha un significato più ampio. La Blue Economy, come definita da Gunter Pauli nel suo libro “The Blue Economy: 10 Years, 100 Innovations, 100 Million Jobs“, riguarda l’innovazione e la creazione di valore economico che è perfettamente allineata con la conservazione e l’arricchimento dell’ambiente.

Il principio fondamentale della Blue Economy è quello di “fare meglio con ciò che abbiamo“. Invece di concentrarsi solo su come ridurre l’impatto negativo delle nostre attività economiche – l’approccio tipico della Green Economy – la Blue Economy cerca di creare un impatto positivo, imitando i cicli naturali. Questo significa pensare in modo innovativo su come utilizzare le risorse a nostra disposizione, trasformando gli scarti in preziosi input.

Prendiamo l’esempio della produzione di caffè. Mentre solo l’1% del peso del chicco di caffè finisce nella tazza, il restante 99% è spesso considerato un rifiuto. Ma nella Blue Economy, questo “rifiuto” diventa una risorsa: può essere utilizzato come substrato per coltivare funghi commestibili. Una volta raccolti i funghi, il substrato può essere trasformato in compost. In questo modo, si crea un ciclo di produzione che non solo riduce i rifiuti, ma genera anche ulteriori opportunità economiche.

La Blue Economy è un modello che può essere applicato in molti settori. Dalla produzione di carta utilizzando fibre vegetali residue alle costruzioni ecologiche con materiali locali e rinnovabili, le opportunità sono immense. L’idea di fondo è che, con un po’ di ingegnosità, possiamo creare un’economia che sia non solo sostenibile, ma anche proficua.

Il messaggio di fondo della Blue Economy è semplice ma potente: una nuova economia è possibile. Un’economia che non solo limita i danni, ma che effettivamente beneficia l’ambiente e le persone. Ciò richiede un cambiamento radicale nel nostro modo di pensare e un’innovazione che sia sia tecnologica che sociale. Ma se riusciamo a realizzare questo cambiamento, le potenzialità sono infinite.

La Blue Economy ci mostra che la sostenibilità non è solo un dovere etico, ma può anche essere un’opportunità economica. E in un mondo che affronta sfide sempre più urgenti in termini di cambiamento climatico e inquinamento, questa è una visione che non possiamo permetterci di ignorare.

Blue economy è anche un modo per massimizzare il ricavo possibile dall’utilizzo delle materie prime attraverso modelli di business che rendono gli scarti di produzione come nuove possibilità di guadagno

Il modello della Blue Economy promuove un’ottimizzazione dei processi di produzione che va oltre la mera riduzione dei rifiuti. Invece di guardare agli scarti come a qualcosa da eliminare, la Blue Economy li considera una risorsa preziosa da utilizzare in maniera creativa.

L’idea è quella di creare catene di valore in cui i rifiuti di un processo diventano input per un altro, in modo simile a come funzionano i cicli naturali. Questo tipo di economia circolare non solo riduce l’impatto ambientale, ma può anche aprire nuove opportunità di business e generare ulteriore reddito.

Blue Economy può essere vista come un modo per massimizzare il valore ricavato dalle materie prime attraverso modelli di business innovativi che trasformano gli scarti di produzione in nuove opportunità di guadagno.

Cos ci dice Gunter Pauli nel suo libro “The Blue Economy: 10 Years, 100 Innovations, 100 Million Jobs

The Blue Economy” propone un nuovo modello di economia che è sostenibile e in sintonia con la natura. L’approccio di Pauli sfida il paradigma tradizionale dell’economia verde che si concentra su efficienza energetica e riduzione dei danni. Invece, egli suggerisce di creare sistemi che non solo limitino il danno, ma che siano effettivamente benefici per l’ambiente e le persone.

Il concetto chiave di Pauli è quello di apprendere dalla natura e replicare i suoi modelli. Nei sistemi naturali, non esistono rifiuti; tutto ciò che è prodotto può essere riutilizzato. Inoltre, i sistemi naturali utilizzano ciò che è disponibile localmente e massimizzano l’efficienza energetica.

Applicando queste idee all’economia, Pauli presenta 100 innovazioni che potrebbero sostenere la creazione di 100 milioni di posti di lavoro nel corso di dieci anni. Queste innovazioni vanno dalla coltivazione di funghi su residui di caffè, alla produzione di carta da rifiuti agricoli, alla generazione di energia da rifiuti organici. In ognuno di questi esempi, il “rifiuto” diventa una risorsa preziosa, creando nuove opportunità economiche.

Un altro concetto chiave è l’idea di generare più benefici possibile da una singola risorsa. Ad esempio, una fabbrica che produce sapone potrebbe utilizzare le acque reflue per coltivare piante, che a loro volta potrebbero essere utilizzate per produrre prodotti come cosmetici o cibo. Questo genere di interconnessioni crea una catena di valore che massimizza l’utilizzo di ogni risorsa.

Pauli sottolinea che queste idee possono essere applicate ovunque e da chiunque. Non si tratta di soluzioni costose o tecnologicamente complesse; molte delle idee proposte possono essere implementate con risorse limitate e in contesti locali. Inoltre, Pauli afferma che la Blue Economy può aiutare a risolvere alcuni dei problemi più urgenti del mondo, come la povertà, la fame e il cambiamento climatico.

In definitiva, “The Blue Economy” è un appello per un cambiamento radicale nel nostro modo di fare economia. Un invito a creare un’economia che sia più giusta, più sostenibile e più in sintonia con il mondo naturale. Un’economia che non solo riduca il danno, ma crei effettivamente valore per le persone e per l’ambiente.

Alcuni esempi di come viene messa in pratica l’idea di Blue Economy

La sostenibilità vale per ciò che facciamo, e non per ciò che viene raccontato; così ci sono alcuni esempi pratici che è interessante conoscere per capire meglio l’idea alla base della Blue Economy:

  1. Funghi Coltivati su Fondi di Caffè: Il caffè è una delle bevande più consumate al mondo, ma solo l’1% del peso del chicco di caffè finisce nella tazza. Il restante 99% viene generalmente buttato via. Gunter Pauli propone di usare questi rifiuti di caffè come substrato per coltivare funghi. Una volta che i funghi sono stati raccolti, il substrato può essere utilizzato come compost.
  2. Produzione di Carta: La produzione tradizionale di carta utilizza molti prodotti chimici e può causare inquinamento. Nella Blue Economy, la carta potrebbe essere prodotta utilizzando fibre vegetali residue dalle colture agricole o dai rifiuti di legno, utilizzando meno energia e senza prodotti chimici.
  3. Energia dai Rifiuti: Invece di bruciare i rifiuti o metterli in discarica, potrebbero essere trasformati in energia. Ad esempio, i rifiuti organici possono essere usati per produrre biogas, che può essere utilizzato per produrre elettricità o calore.
  4. Costruzioni Ecologiche: Le case possono essere costruite o rinnovate utilizzando materiali locali e rinnovabili. Questi materiali non solo hanno un impatto ambientale minore, ma possono anche migliorare l’efficienza energetica della casa.

Questi sono solo alcuni esempi di come le idee della Blue Economy possono essere applicate nella pratica. L’obiettivo è sempre quello di creare il massimo valore possibile con le risorse disponibili, riducendo allo stesso tempo i rifiuti e l’impatto ambientale.

La differenza tra Blue Economy e Green Economy

La “Green Economy” e la “Blue Economy“, nonostante condividano l’obiettivo comune di creare un’economia più sostenibile e rispettosa dell’ambiente, differiscono per approccio e filosofia.

  • La “Green Economy“, che probabilmente è il termine più conosciuto, si concentra principalmente su un’efficienza maggiore e una riduzione dell’impatto ambientale delle attività economiche esistenti. Questo potrebbe includere tecnologie come l’energia rinnovabile, il riciclaggio dei rifiuti, l’edilizia verde e così via. La Green Economy cerca di “fare di più con meno”, limitando i danni causati all’ambiente.
  • La “Blue Economy“, secondo la visione di Gunter Pauli, va oltre la semplice efficienza o riduzione del danno. Invece di solo “fare di più con meno”, l’idea della Blue Economy è di “fare meglio con ciò che abbiamo”, ispirandosi ai cicli naturali. In questo modello, tutto ciò che viene prodotto può essere riutilizzato, nessun nutriente dovrebbe essere sprecato, e le imprese dovrebbero cercare di creare più valore possibile con le risorse locali.

In pratica: la Green Economy si concentra sulla riduzione dell’impatto negativo, mentre la Blue Economy mira a creare un impatto positivo, innovando in modo da allineare l’attività economica con la conservazione e l’arricchimento dell’ambiente.

In sintesi: la Blue Economy è il futuro
Non possiamo dirlo, ma certo possiamo auspicarlo. C’è un tema fondamentale: la Blue Economy è legata a ciò che abbiamo e a come possiamo utilizzarlo rispettando l’ambiente e con esso la natura e noi stessi. È una soluzione che guarda all’ambiente in maniera totale, a differenza della Green Economy che invece è la soluzione ad un problema che si continua a manifestare nella misura in cui non si modificano i sistemi. La Blue Economy è un modo di fare e di comportarsi, la Green Economy è un modo per rimediare. Insomma, una gran nella differenza, con una serie di vantaggi di cui abbiamo perlato in quest’articolo.